30 Anni di Vita in piena Luce

30 Anni di Vita in piena Luce

In tanti di anni di attività nel volontariato ho maturato la convinzione che le sue radici nascano dall’esperienza personale, diretta o indiretta, un evento improvviso, a volte con esito positivo a volte tragico e doloroso che ci cambia la scala dei valori e ci spinge a fare qualcosa per gli altri ognuno con le proprie forze e possibilità.

Questi ideali hanno riunito trenta anni fa un piccolo gruppo di persone con l’intento di costruire un nuovo progetto a sostegno di tutti coloro che stavano vivendo la stessa esperienza e a ricordo di chi da tale esperienza era uscito sconfitto.

Nacque così Luce e Vita, un nome che porta nella sua etimologia messaggi di speranza e ottimismo, energie positive e volontà di pensiero, fiducia e tenacia.

Anche io, una volta uscito dalla malattia, mi aggregai a quel gruppo insieme ad altri che credevano nella stessa idea che all’inizio ci sembrava molto più grande di noi e di difficile, a volte impossibile, realizzazione. Non mi piace fare nomi perché ognuno ha contribuito con ciò che poteva e nel lavoro di squadra ogni piccolo tassello ha la sua estrema importanza, ma credo sia doveroso citare il Professor Pogliani, anima e guida scientifica delle nostre iniziative, suo fratello Gigi, braccio esecutivo di tanti nostri propositi e infine Giulio Pozzi, cofondatore di Luce e Vita, che seppe trasformare la sua malattia in un valore positivo con grande coraggio.

Poi i primi risultati, frutto dello scambio di idee, del confronto e dell’unione delle risorse. Le accese discussioni, il piacere di stare insieme e condividere qualcosa di concreto e di importante, le sconfitte e i contrasti politici e burocratici che rallentavano il nostro cammino. Il sostegno che cominciava ad arrivare dall’esterno ci indicava che eravamo nella giusta direzione e nuovi stimoli ci diedero la forza per andare avanti. Ricordo ancora con tangibile emozione l’inaugurazione della prima camera sterile e il suo significato per il futuro dei malati che avrebbero potuto usufruirne.

Negli anni l’associazione è cresciuta e altre persone l’hanno affiancata sostenendo i suoi valori e i suoi progetti. Luce e Vita è oggi una realtà forte e consolidata, ciò che ha realizzato in trenta anni di lavoro è visibile agli occhi di tutti e il reparto che da sempre sostiene è diventato ormai un punto di riferimento nell’ematologia italiana e non solo. La pandemia ha fermato per lungo tempo tante delle manifestazioni che l’associazione ha sempre organizzato per dare sostanza ai suoi piani, ma anche questa volta è andata avanti nella consapevolezza che la salute dei nostri malati non può attendere e nella certezza che il suo contributo per loro non poteva fermarsi.

Forse, concedetemi il paradosso, il traguardo più importante di Luce e Vita sarà quello di sciogliere la propria associazione, perché se questo accadrà vorrà dire che le malattie del sangue saranno definitivamente sconfitte. Io non so quando ciò potrà avverarsi, ma so che se tante persone continueranno a seguirla e sostenerla come è stato in questi trent’anni non ci vorrà ancora molto tempo.

Ringraziare tutti, ma proprio tutti, non è solo doveroso ma è un atto di stima e di affetto per tutto quello che hanno saputo offrire a Luce e Vita fornendo giorno dopo giorno le basi e la struttura per realizzare un sogno.

Che la Luce non si spenga mai e che la Vita possa vincere sempre.

Vittorio Fusco